Il CeMiSS è un pilastro istituzionale del “pensiero strategico”. Elemento chiave funzionale alla difesa e al perseguimento dell’interesse nazionale.
di Claudio Bertolotti
Una delle prime decisioni che il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha voluto rendere concreta è quella relativa alla rivitalizzazione del CeMiSS, il Centro Militare di Studi Strategici, fondato da una grande mente che ho avuto il piacere di conoscere, il Generale (maiuscola d’obbligo) Carlo Jean.
La principale pubblicazione del CeMiSS è l’Osservatorio Strategico, pubblicazione periodica in italiano e inglese, che si avvale dei principali analisti ed esperti civili e militari nazionali, chiamati ad esprimere le loro valutazioni e previsioni su tematiche di interesse nazionale, al fine di creare un utile strumento per i decisori politici, per le commissioni parlamentari e, più in generale, per il vasto pubblico.
L’Osservatorio Strategico è suddiviso in 11 aree tematiche: “America Latina”, “Asia meridionale e orientale”, “Balcani e Mar Nero”, “Iniziative europee di Difesa e sviluppo tecnologico”, “Mashreq, Gran Maghreb, Egitto e Israele”, “Area Euro-Atlantica”, “Russia, Asia centrale e Caucaso”, “Sahel e Africa Sub Sahariana”, “Corno d’Africa e Africa Meridionale”, “Golfo Persico”, “Pacifico”.
Dopo un periodo di stand-by voluto dal precedente governo, che si è concretizzato nell’interruzione dell’importante pubblicazione, il lavoro dei ricercatori torna finalmente al servizio dei lettori, decisori o semplici interessati.
Oggi, dopo una severa selezione, il Comitato Esecutivo del CeMiSS mi ha formalmente incaricato di monitorare e produrre analisi strategica sull’area tematica Mashreq, Gran Maghreb, Egitto e Israele, con particolare attenzione all’area del Mediterraneo Occidentale, che già seguo in qualità di rappresentante italiano e ricercatore senior presso il CEMRES, l’Istituto di Ricerca euro-maghrebino di Tunisi. Incarico che si aggiunge al rapporto di collaborazione con il CeMiSS che va avanti ininterrottamente dal 2009, come Direttore di Ricerca, Analista strategico (sull’Afghanistan, l’area mediterranea e il terrorismo), e che mi vede impegnato oggi anche in qualità di Direttore della Ricerca sull’“Analisi dei flussi migratori nei paesi del Maghreb“
Un incarico che mi rende molto orgoglioso, per due ragioni. La prima è l’onore di poter dare un contributo alle Istituzioni di cui sono e mi sento parte. La seconda è la conferma che quanto sino ad ora ho fatto è stato apprezzato.